San Martino è tradizionalmente la festa che prepara il cammino verso la Luce Interiore del Natale. La lanterna è simbolo di tutto ciò che cerca chiarezza, che cerca di comprendere e superare quanto c’è nell’oscurità.
San Martino è vissuto nel IV secolo dopo Cristo; di origini romane, figlio di un tribuno della legione, nacque nell’odierna Ungheria e trascorse l’infanzia a Pavia. Divenne poi militare, inviato in Gallia. Così il narratore Jacob Streit immagina il momento che, secondo la tradizione, cambiò la sua vita: “Cavalcava alla volta della città di Amiens, soffiava un vento gelido, ed era troppo freddo persino per i corvi in volo nell’aria. Le ultima rigide foglie d’autunno turbinavano via dagli alberi quasi spogli. D’improvviso, dinanzi a sé, ai margini della strada, Martino scorse una figura. Era poco vestita e si appoggiava a una grande pietra per trovare riparo dal vento. La figura del mendicante alzò una mano implorante e mormorò parole che il vento disperse e guardò con occhi grandi verso Martino. Allora egli si tolse il mantello dalle spalle, sguainò la spada tagliente e tagliò dall’alto in basso il mantello in due. Porse la metà al mendicante che vi avvolse le sue membra tremanti, pieno di riconoscenza. Martino si gettò l’altra sulle spalle. Continuò a cavalcare verso la città per trovare albergo”. La notte seguente fece un sogno in cui vide il Cristo, vestito con la metà del suo mantello, che diceva ai suoi angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Al suo risveglio il mantello era integro. Successivamente Martino si convertì al cristianesimo, divenne vescovo della città di Tours e, dopo la morte, fu riconosciuto e venerato come santo. Il suo culto è tra i più diffusi in tutta Europa.
|