E come sempre una sorpresa!
Maestra Elisabetta Fusconi
È sempre una sorpresa, alla fine del percorso scolastico, vedere come arriveranno i ragazzi in XIII classe.
I primi anni li vedi sempre molto fisicamente impegnati a spingersi a giocare fra di loro, è difficile insegnare i primi elementi dell’Euritmia.
Far percepire la loro interiorità che si manifesta nel loro corpo, in genere i ragazzi sono molto timidi e ancora molto irruenti e il loro movimento interiore non è ancora percepito non è ancora manifesto, nelle ragazze il loro mondo interiore e più cosciente ma si manifesta con molta timidezza all‘esterno.
Euritmia è veramente una cosa impegnativa e abbastanza difficile, è richiesta concentrazione, padronanza, del proprio movimento per arrivare a essere coscienti del proprio gesto fisico. I primi anni riscopriamo i gesti dell’alfabeto per scoprire la bellezza intrinseca che vive nella poesia che si esprime attraverso le vocali e le consonanti, per far sentire la meraviglia del nostro linguaggio e le potenzialità che vivono nella musica.
Nel triennio i ragazzi si placano, (talvolta) cominciano ad essere più coscienti della loro interiorità e a manifestarla con più padronanza, le ragazze parlano molto meno ma comprendono il linguaggio euritmico e lo manifestano con espressività e consapevolezza i ragazzi devono ancora capire, comprendere, conoscere digerire e poi pian piano emerge il loro essere.
In XI la conoscenza si apre al cosmo, quali sono le qualità intrinseche che esprimono i pianeti, saggezza, aggressività, bellezza, irrequietezza, egoismo, riflessione, umiltà ecc…
In XII entriamo nel mondo dello zodiaco, come esso influenza il nostro mondo terreno e il nostro essere, non siamo solo esseri terreni ma esseri spirituali che possiamo contribuire col nostro essere alle sorti del mondo…
Questo è in pochissime parole il percorso che svolgo in Euritmia nelle superiori.
Ma la mia domanda interiore, profonda: quanto arriva ai ragazzi/e?
In questo anno con tante lezioni in DaD, ho avuto la possibilità di conoscerli non solo attraverso il loro movimento euritmico ma anche attraverso i compiti che gli assegnavo
Conoscerli attraverso i loro scritti, la loro interiorità che si manifestava attraverso parole pensieri, devo dire che spesso i loro scritti sono stati regali per la mia anima.
Per la paura che si concludesse l‘anno ho anticipato la domanda che in genere faccio a fine anno, in XIII, dopo il loro saggio finale:
Cosa è per me l’Euritmia? Come ha contributi nel mio percorso scolastico?
Queste sono le loro risposte, la bellezza di questi giovani esseri che aprono le ali per portare il loro contributo allo sviluppo del mondo che verrà con la speranza che il lavoro in Euritmia abbia contribuito a formare costruttivamente il loro essere.
Questi sono i loro scritti:
Giuditta Cocchi
Francesca Petarra
Elisa Rossi
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